lunedì 1 aprile 2013

Linee di indirizzo per la definizione del bilancio di previsione 2012: cosa avremmo proposto se ci fosse stata una discussione nella Comunità Accademica


Il Senato Accademico ha recentemente votato le linee di indirizzo per la definizione del bilancio di previsione, con un testo che è conforme sostanzialmente a quello proposto dal Magnifico Rettore, e ora il Consiglio di Amministrazione sta redigendo il bilancio di previsione secondo quelle linee di indirizzo.
A nostro parere non sarebbe stato male se – prima della decisione del Senato Accademico – le linee di indirizzo per la definizione del bilancio di previsione fossero state sottoposte a una discussione all’interno della Comunità Accademica: la discussione, che avrebbe permesso di offrire al Senato Accademico proposte e suggerimenti, non sarebbe stata per nulla lesiva delle prerogative del Senato. Il fatto che – a norma dello Statuto oggi vigente – spetti al Senato Accademico in maniera esclusiva “di dare indicazioni al Consiglio di Amministrazione in merito alle linee di indirizzo per l’impostazione del bilancio” non implica che la Comunità Accademica non possa essere chiamata a discutere sulle linee di bilancio prima della delibera del Senato Accademico.


Del resto, quando entrerà in vigore il nuovo Statuto, sarà obbligatorio ascoltare la Comunità Accademica prima di impostare il Bilancio. Infatti, fra i compiti del Senato Accademico è previsto quello di “formulare al Rettore proposte, anche sulla base delle esigenze indicate dai Dipartimenti, per la predisposizione del documento di programmazione triennale ed esprimere il proprio parere prima che il documento sia sottoposto all’approvazione del Consiglio di Amministrazione”. E dunque i Dipartimenti – a cui afferiscono e afferiranno tutti i membri della Comunità Accademica – dovranno essere consultati prima che il Senato possa formulare le sue proposte al Rettore.
Sarebbe stato dunque un bel segnale se il Rettore e il Senato Accademico – in carica ormai solo fino alla costituzione dei nuovi organi accademici, che deve essere avviata rapidamente a norma della legge 240/2010 – avessero avviato già da quest’anno una discussione preliminare sulle linee di bilancio all’interno dei Dipartimenti, anticipando una norma del nuovo Statuto che certamente non è in contrasto con lo Statuto vigente. Non l’hanno fatto, non hanno colto questa occasione, non si sono resi conto del mutato contesto: ne prendiamo atto con dispiacere.
Cosa avremmo detto noi in questa discussione preliminare, forse inascoltati? Se il testo delle “linee di indirizzo” approvato dal Senato fosse stato presentato per una discussione preliminare nell’Ateneo, avremmo concentrato la nostra attenzione critica sui punti seguenti, che riteniamo di particolare importanza.


1.

Avremmo chiesto maggiori spiegazioni sulle motivazioni che inducono a impostare il bilancio preventivo 2012 prevedendo per Roma Tre un taglio significativo del proprio FFO dell’ordine di circa 6,4 milioni di euro, nonostante che il Fondo di Funzionamento Ordinario del 2012 per l’intero sistema Universitario sia sostanzialmente pari a quello del 2011, sulla base della legge di stabilità approvata recentemente dal Parlamento e già promulgata dal Capo dello Stato. L’unica valida motivazione per questa impostazione può essere il timore che la distribuzione “premiale” di buona parte del FFO possa dar luogo a una forte riduzione del FFO di Roma Tre rispetto all’anno precedente. E tale motivazione è esplicitamente formulata negli ultimi periodi del Documento approvato dal Senato.
Ebbene, noi avremmo preso atto di questa grave (e, purtroppo, fondata) previsione, anche perché negli indicatori finora usati dal MIUR per la distribuzione “premiale” di parti significative del FFO Roma Tre non figura proprio ai primi posti.

Ma simultaneamente avremmo avanzato con forza una proposta volta ad evitare che non solo nel 2012 ma anche negli successivi il nostro Ateneo sia penalizzato nella distribuzione “premiale” del FFO: 

a) immediata apertura di una discussione all’interno della Comunità Accademica su come migliorare complessivamente negli indicatori finora usati dal MIUR e su quelli che si presume saranno usati negli anni futuri, al fine di individuare scelte innovative di qualità nella ricerca, nella formazione e nell’organizzazione, 
b) sulla base di questa discussione, adozione da parte del il Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione di provvedimenti adeguati per migliorare Roma Tre negli indicatori MIUR. 
Una simile proposta, per la verità, era stata avanzata su questo sito già a luglio scorso, ma non ha avuto alcuna risposta concreta. La ribadiamo ora perché, se Se si prevede che l’Ateneo possa essere penalizzato nel proprio FFO per ben 6,4 milioni di euro nel solo 2012, e ancor di più negli anni successivi (nei quali crescerà la parte “premiale” del FFO), è doveroso accoglierla.

Infatti, anche se ormai le linee di indirizzo per il bilancio 2012 sono state già votate dal Senato, sarebbe bene che il Rettore e il Senato Accademico promuovessero questa importante discussione collettiva, anche fornendo i dati (disaggregati per Dipartimenti e Facoltà) relativi a ciascuno degli indicatori MIUR.
Se ciò non avverrà, visto che i tempi stringono e la competizione tra le Università sarà sempre più forte, saremo noi ad avviare informalmente una discussione nella Comunità Accademica per individuare il prima possibile ciò che può permettere a Roma Tre di migliorare rispetto agli indicatori di qualità usati dal MIUR.


2. 

Per quanto riguarda le varie voci del bilancio, avremmo messo in evidenza l’inopportunità di prevedere tagli nel budget dei Dipartimenti, nel budget corrente di Facoltà e nel budget per il Sistema Bibliotecario d’Ateneo, e quindi avremmo mostrato e motivato la nostra contrarietà alla proposta di conservare anche per il bilancio di previsione del 2012 la riduzione del 30% operata nel bilancio 2011 sulla quota di budget riservata complessivamente ai Dipartimenti e su quella riservata al Sistema Bibliotecario d’Ateneo.
Avremmo fatto osservare che – mantenendo questi tagli – il bilancio preventivo di ateneo per il 2012 sarebbe stato analogo a quello del 2011 che non si presenta come quello di un ateneo in cui la ricerca e la formazione svolgono un ruolo egemone, come mostrano le seguenti osservazioni.

a) Nelle spese correnti del bilancio preventivo 2011, su un totale di 174.668.237,82 € (circa 6 milioni di euro in meno che nel 2010, un totale che ingloba le spese per gli stipendi), per i dipartimenti vengono complessivamente assegnati 900.913,91 € e agli altri centri e servizi vengono assegnati 273.000,00 €. La cifra di spese correnti destinata complessivamente ai Dipartimenti è inferiore a quella prevista per altre voci di bilancio, su alcune delle quali qualche riflessione deve essere fatta: le spese telefoniche (1.000.000 €, senza alcuna variazione rispetto al 2010), le spese per l’informatizzazione dell’ateneo (1.122.401 €, in aumento rispetto al 2010!), le quote per “prestazioni a pagamento” (1.179.174,34 €, anch’esse in aumento rispetto al 2010), il “fondo per progetti di sviluppo” (ben 2.100.475.80 €, e in aumento rispetto al 2010), le spese complessive per il funzionamento degli organi universitari (1.207.718,22 €, in leggerissima diminuzione rispetto al 2010, e con ben 752.700,00 € destinate a compensi ed indennità escluse quelle per il collegio dei revisori dei conti e per il nucleo di valutazione che ammontano ciascuna a 70.000 € circa). Fa inoltre impressione che a fronte di 1.345.692,59 € destinati alle “spese di funzionamento – budget corrente di Facoltà” (quindi ai corsi di laurea e ai corsi di laurea magistrale) siano previsti ben 1.400.000 € destinati alle “spese di funzionamento – master”. 

b) Nelle spese in conto capitale del bilancio preventivo del 2011, su un totale di 25.778.998,41 € (circa 1,5 milioni di euro meno del 2010), ai budget di dipartimento sono riservati complessivamente solo 2.702.758,85 € e al Sistema Bibliotecario d’Ateneo solo 1.401.171,11 €. Invece, si destinano ben 6.128.778,72 € per “acquisto e ricostruzioni, ripristini e trasformazioni immobili” (con solo il 10% di riduzione rispetto al 2010), 1.050.000,00 € per “impianti ed attrezzature informatiche” (ridotte di circa il 30% rispetto al 2010), e 800.000 € per acquisto mobili e macchine (rispetto a 200.000 € del 2010), e sono scomparsi sia il fondo di rotazione per progetti comunitari che quello per il “sostegno del cofinanziamento dei progetti di 8 ricerca” per un totale di circa 480.000 €.
Avremmo avanzato una proposta costruttiva: ricavare in altro modo la stessa cifra che nel 2011 è stata ottenuta con il taglio del 30% sui budget dei Dipartimenti e su quello del Sistema Bibliotecario di Ateneo, ad esempio operando tagli su alcune delle altre voci sopra richiamate. E ci meraviglia che una simile proposta non sia stata avanzata, e con successo, nel Senato nel quale siedono tanti Direttori di Dipartimento e anche il Coordinatore del Collegio dei Direttori di Dipartimento.


Ormai questa proposta non può più essere seguita nella redazione del bilancio 2012, dovendo il Consiglio di Amministrazione redigere il bilancio secondo le linee indicate dal Senato. Ma questa proposta la avanzeremo sicuramente di nuovo, in tempo per il bilancio 2013, e la presenteremo in ogni occasione di discussione in Ateneo sulle modalità concrete per il sostegno alla ricerca e alla formazione.


3.
Avremmo criticato la proposta (presente a pagina 5 nel documento approvato dal Senato) di “introdurre, analogamente a quanto già previsto negli ordinamenti di molti Atenei, una quota percentuale a favore del bilancio centrale dell’Ateneo applicabile su tutti i progetti di ricerca attivi in Ateneo provenienti da fondi PRIN e FIRB, dai fondi europei, da altri fondi di ricerca nazionali e internazionali e dal conto terzi. Tale misura risulta indispensabile, al fine di garantire al bilancio centrale di Ateneo un equo ristoro per la sua partecipazione, in termini di servizi comuni messi a disposizione delle strutture, allo svolgimento ed alla buona riuscita dei progetti”.


La nostra critica si sarebbe articolata nel modo seguente.

a) È irrealistico operare un prelievo percentuale sui progetti ora “attivi in Ateneo”, poiché quando tale prelievo non era previsto (e difatti non era previsto) al momento della presentazione del progetto e della definizione del suo piano finanziario (spesso in collaborazione con altri enti italiani e esteri) si verrebbero a creare problemi gravi nella prosecuzione dei progetti di ricerca. 
b) Un prelievo potrebbe essere applicato da un’Università, sui progetti “futuri” :
a. quando l’Ateneo ha una fama per la quale è giusto far pagare in qualche modo il valore aggiunto che i progetti ricevono dal prestigio dell’Ateneo nel mondo scientifico internazionale, e purtroppo non è il caso di Roma Tre come non è il caso di tante università italiane e non solo italiane; 
b. oppure in cambio di servizi “aggiuntivi” (rispetto a quelli istituzionali e dovuti) e “facoltativi”, realmente offerti dall’Ateneo (in termini di progettazione e di gestione dei progetti) e solo per i progetti che effettivamente usufruiscono di tali servizi, ma allora bisogna prima definire tali servizi e le modalità della loro offerta. 
Inoltre, l’entità di tale prelievo dovrebbe essere abbastanza ridotta al fine di permettere che anche i Dipartimenti possano effettuare un proprio prelievo, in rapporto a servizi “aggiuntivi” e “facoltativi” da essi offerti per la preparazione e la gestione dei progetti.
c) In ogni caso, non è questo il momento di introdurre simili prelievi, quando il numero dei progetti di ricerca presentati dal personale docente e ricercatore di Roma Tre è ancora basso. In questo momento, bisognerebbe introdurre misure “premiali” per incentivare la presentazione di progetti di ricerca, piuttosto che introdurre misure che potrebbero “disincentivare” la presentazione di progetti di ricerca presso la nostra Università

Noi avremmo messo in evidenza come – attraverso misure volte a favorire la presentazione di progetti di ricerca (senza prevedere prelievi) – potrebbe essere innalzato sensibilmente il numero dei progetti “approvati” e quindi potrebbe crescere il rating del nostro Ateneo, determinando vantaggi economici in sede di distribuzione delle risorse superiori a quelli ricavabili dai prelievi sui fondi di ricerca; e avremmo cercato di mostrare come – con una politica di sostegno ai progetti di ricerca, senza prelievi – sarebbe stata favorita la presenza di Roma Tre come capofila nei progetti di ricerca interuniversitari nazionali e internazionali, con un ulteriore aumento del suo rating.
Ora, dopo la decisione del Senato Accademico, ci domandiamo con molta preoccupazione quali conseguenze negative si avranno sul funzionamento dei progetti in atto presso l’Ateneo e finanziati da enti esterni, quando il Consiglio di Amministrazione dovrà introdurre questo prelievo come gli ha chiesto il Senato Accademico. Le Università che hanno introdotto questo prelievo sui progetti già in corso sono quelle in cui chi le dirige ha dimenticato cosa vuol dire pensare, scrivere e gestire un progetto di ricerca, per il quale si ottiene faticosamente un finanziamento. Ci domandiamo con preoccupazione quale effetto negativo potrà aversi sulla presentazione di progetti di ricerca presso il nostro Ateneo, dalla introduzione di questo prelievo sui progetti futuri.


4. 

Avremmo chiesto di precisare meglio il senso di ciò che è scritto là dove si dice: “l’anno 2012 segna l’avvio della politica di riequilibrio dei punti organici all’interno delle singole facoltà sulla base delle cessazioni effettivamente verificatesi e delle assunzioni già effettuate”.
Avremmo proposto che sin dall’inizio dell’anno 2012 venisse quantificata l’entità del budget consolidato di ciascuna facoltà a conclusione della manovra del 2008 (un’entità facilmente calcolabile, come abbiamo scritto qualche mese fa su questo sito), in modo da permettere a ciascuna Facoltà di poter distribuire tale budget per la programmazione pluriennale da parte dei Dipartimenti che dovranno presiedere allo sviluppo della ricerca e della didattica con il passaggio al nuovo Statuto, e quindi probabilmente con l’inizio dell’anno accademico 2012-2013.
E avremmo anche avanzato la proposta che – nella definizione dei nuovi dipartimenti che dovrà avvenire in tempi molto rapidi – si possa e si debba tener conto anche dei posti di ruolo e di ricercatore a tempo determinato che potranno essere programmati con le risorse di ciascun budget di Facoltà – trasferite ai nuovi dipartimenti – anche se per le attuali normative sulle assunzioni tali posti non potranno essere ricoperti nel 2012 o negli anni immediatamente seguenti. .
Speriamo che, nonostante la vaghezza della formulazione del documento del Senato su questo punto, davvero l’anno 2012 segni il ritorno al budget consolidato di ciascuna Facoltà e il passaggio al budget consolidato dei nuovi Dipartimenti. Infatti, anche sulla base dell’esperienza internazionale, i Dipartimenti potranno rispondere alle sfide della competizione scientifica e formativa solo se potranno programmare a medio tempo posti di professore e di ricercatore (sia pure a tempo determinato). 

Post originariamente pubblicato su Roma3 Discute il giorno 5 dicembre 2011

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