La data di apertura della campagna per l’elezione del nuovo Rettore di Roma
Tre è ormai prossima e io, al pari degli altri candidati (peraltro ancora
latenti), sono impegnato nell’elaborazione del programma.
L’elaborazione di una proposta di programma elettorale per la gestione
dell’Ateneo nei prossimi anni è certamente un compito difficile, soprattutto
nell’attuale condizione di penuria di fondi e con la conseguente necessità di
una “spending review” tesa ad ottimizzare le risorse non solo economiche ma
anche di strutture e di personale. A tal proposito, il punto di vista di un
docente universitario è sicuramente importante, ma altrettanto sicuramente,
proprio in quanto “punto di vista”, è per definizione parziale e non in grado
di cogliere tutti gli aspetti di una struttura estremamente complessa come un
moderno Ateneo. Il punto di vista di un tecnico, di un amministrativo, di un
bibliotecario sarà sicuramente differente, così come lo sarà quello di uno
studente di letteratura antica rispetto a quello di uno studente di biologia.
Non si deve poi dimenticare che l’Ateneo è sempre più immerso in un tessuto
sociale con cui ha continuamente scambi che possono divenire molto produttivi
sia per l’Ateneo sia per la società civile (la famosa terza missione
dell’università).
Pertanto, vorrei che la mia proposta di programma per la gestione
dell’Ateneo nei prossimi anni fosse il risultato di un lavoro concertato di
tutti gli stakeholders o portatori di interesse che a vario titolo lavorano o
interagiscono con l’Ateneo. Ma come coordinare il lavoro di persone così
differenti, cercando di riassumere in un unico documento tutte le proposte
provenienti da tutti i portatori di interesse ?
L’Unione Europea si era già posta tale problema e nel 1993 aveva preso il
via un progetto di 'metodologia di workshop di sensibilizzazione' che si
proponeva di scoprire come radunare i diversi strati sociali affinché, insieme,
esprimessero le loro opinioni sulle conseguenze del cambiamento tecnologico
sull'ambiente, l'occupazione e la salute e sicurezza. Un gruppo di esperti
europei scelse il metodo dei workshop basati su scenari, messo a punto dal
Danish Board of Technology. Il risultato di tale lavoro si è concretizzato nella
metodologia European Awarness Scenario Workshop (EASW), che nel 1994 è stata
adottata ufficialmente, promossa e diffusa dal programma Innovazione della
Commissione Europea per stimolare la progettualità partecipata, negoziata,
consensuale e dal basso tra grandi gruppi di attori locali. L’EASW è una
metodologia che pone una particolare attenzione al ruolo dello sviluppo
tecnologico, invitando gli attori di una comunità a interrogarsi sui possibili
obiettivi cui indirizzarlo e sulle concrete modalità di azione da mettere in
campo a tal fine.
A livello pratico la metodologia EASW si articola in tre fasi fondamentali:
1) lo sviluppo di scenari; 2) la mappatura degli stakeholders e
l’organizzazione; 3) il workshop EASW – sviluppo delle visioni ed elaborazione
di idee. Le prime due fasi sono preparatorie al workshop e coinvolgono
generalmente un gruppo ristretto di partecipanti esperti sul tema trattato: in
sostanza, da un lato si tratta di elaborare scenari ipotetici tenendo conto di
due principali dimensioni relative a “come” saranno risolte le situazioni
locali e su “chi” dovrà occuparsene, dall’altro identificare gli attori chiave
che prenderanno parte al workshop. La terza fase, di carattere assembleare, può
coinvolgere tutti i portatori di interessi che abbiano interesse a partecipare.
Nel nostro caso, una volta identificati i rappresentanti di tutti i
portatori di interesse, in una serie di incontri (le tre fasi di cui sopra) si
potrebbero mettere a fuoco le idee programmatiche che poi sarebbero
ulteriormente sviluppate e definite da un ristretto gruppo di lavoro.
I portatori di interesse che ho identificato per l’Ateneo sono:
• Docenti
• Personale TAB
• Studenti
• Dottorandi, Borsisti ed altri ricercatori precari
• Personale di supporto delle cooperative di servizi
• Rappresentanti della società civile e del settore economico
Sto già prendendo contatti per costituire i vari gruppi, ma, per ampliare la
partecipazione all’iniziativa, dalle pagine di questo sito lancio il seguente
invito: se siete un portatore di interesse e avete interesse a partecipare a
questa iniziativa, che probabilmente vi richiederà la partecipazione a quattro
riunioni della durata di 2-3 ore, vi invito a spedire una mail, specificando il
vostro interesse a partecipare, all’indirizzo roma3discute@gmail.com. Preciso
subito che i nomi degli aderenti non verranno da me diffusi, a tutela della
loro privacy.
Post originariamente pubblicato su Roma3 Discute il giorno 2 gennaio 2013
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