lunedì 1 aprile 2013

Sperimentiamo insieme un nuovo modo di elaborare un programma elettorale


La data di apertura della campagna per l’elezione del nuovo Rettore di Roma Tre è ormai prossima e io, al pari degli altri candidati (peraltro ancora latenti), sono impegnato nell’elaborazione del programma.
L’elaborazione di una proposta di programma elettorale per la gestione dell’Ateneo nei prossimi anni è certamente un compito difficile, soprattutto nell’attuale condizione di penuria di fondi e con la conseguente necessità di una “spending review” tesa ad ottimizzare le risorse non solo economiche ma anche di strutture e di personale. A tal proposito, il punto di vista di un docente universitario è sicuramente importante, ma altrettanto sicuramente, proprio in quanto “punto di vista”, è per definizione parziale e non in grado di cogliere tutti gli aspetti di una struttura estremamente complessa come un moderno Ateneo. Il punto di vista di un tecnico, di un amministrativo, di un bibliotecario sarà sicuramente differente, così come lo sarà quello di uno studente di letteratura antica rispetto a quello di uno studente di biologia. Non si deve poi dimenticare che l’Ateneo è sempre più immerso in un tessuto sociale con cui ha continuamente scambi che possono divenire molto produttivi sia per l’Ateneo sia per la società civile (la famosa terza missione dell’università).
Pertanto, vorrei che la mia proposta di programma per la gestione dell’Ateneo nei prossimi anni fosse il risultato di un lavoro concertato di tutti gli stakeholders o portatori di interesse che a vario titolo lavorano o interagiscono con l’Ateneo. Ma come coordinare il lavoro di persone così differenti, cercando di riassumere in un unico documento tutte le proposte provenienti da tutti i portatori di interesse ?


L’Unione Europea si era già posta tale problema e nel 1993 aveva preso il via un progetto di 'metodologia di workshop di sensibilizzazione' che si proponeva di scoprire come radunare i diversi strati sociali affinché, insieme, esprimessero le loro opinioni sulle conseguenze del cambiamento tecnologico sull'ambiente, l'occupazione e la salute e sicurezza. Un gruppo di esperti europei scelse il metodo dei workshop basati su scenari, messo a punto dal Danish Board of Technology. Il risultato di tale lavoro si è concretizzato nella metodologia European Awarness Scenario Workshop (EASW), che nel 1994 è stata adottata ufficialmente, promossa e diffusa dal programma Innovazione della Commissione Europea per stimolare la progettualità partecipata, negoziata, consensuale e dal basso tra grandi gruppi di attori locali. L’EASW è una metodologia che pone una particolare attenzione al ruolo dello sviluppo tecnologico, invitando gli attori di una comunità a interrogarsi sui possibili obiettivi cui indirizzarlo e sulle concrete modalità di azione da mettere in campo a tal fine.

Il manuale EASW è alla pagina (link)  

Altre informazioni si possono trovare alle pagine della FORMEZ (link) e della EU-CORDIS  (link)  
A livello pratico la metodologia EASW si articola in tre fasi fondamentali: 1) lo sviluppo di scenari; 2) la mappatura degli stakeholders e l’organizzazione; 3) il workshop EASW – sviluppo delle visioni ed elaborazione di idee. Le prime due fasi sono preparatorie al workshop e coinvolgono generalmente un gruppo ristretto di partecipanti esperti sul tema trattato: in sostanza, da un lato si tratta di elaborare scenari ipotetici tenendo conto di due principali dimensioni relative a “come” saranno risolte le situazioni locali e su “chi” dovrà occuparsene, dall’altro identificare gli attori chiave che prenderanno parte al workshop. La terza fase, di carattere assembleare, può coinvolgere tutti i portatori di interessi che abbiano interesse a partecipare.
Nel nostro caso, una volta identificati i rappresentanti di tutti i portatori di interesse, in una serie di incontri (le tre fasi di cui sopra) si potrebbero mettere a fuoco le idee programmatiche che poi sarebbero ulteriormente sviluppate e definite da un ristretto gruppo di lavoro.

I portatori di interesse che ho identificato per l’Ateneo sono:

• Docenti
• Personale TAB
• Studenti
• Dottorandi, Borsisti ed altri ricercatori precari
• Personale di supporto delle cooperative di servizi
• Rappresentanti della società civile e del settore economico

Sto già prendendo contatti per costituire i vari gruppi, ma, per ampliare la partecipazione all’iniziativa, dalle pagine di questo sito lancio il seguente invito: se siete un portatore di interesse e avete interesse a partecipare a questa iniziativa, che probabilmente vi richiederà la partecipazione a quattro riunioni della durata di 2-3 ore, vi invito a spedire una mail, specificando il vostro interesse a partecipare, all’indirizzo roma3discute@gmail.com. Preciso subito che i nomi degli aderenti non verranno da me diffusi, a tutela della loro privacy.

Post originariamente pubblicato su Roma3 Discute il giorno 2 gennaio 2013 

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