venerdì 4 aprile 2014



I veri conservatori

Quanta retorica conservatrice nel dibattito sulla riforma del Senato! Si parla di «allarme democratico», di «deriva autoritaria», di «Costituzione violentata», di riforme tentate da un Parlamento delegittimato. Renzi e Napolitano vengono dipinti come dei politici arroganti, che esercitano «poteri padronali», che vogliono addirittura «stravolgere» la Costituzione solo perché ritengono urgente una riforma del Senato. Si sta tentando di far passare l'Italia come un paese di incoscienti ai quali è meglio sottrarre ogni capacità di riformare la Costituzione (ma allora, se sono incoscienti, perché non togliamo loro anche il diritto di voto, già che ci siamo?).
Ora, sia ben chiaro: prima di esprimere ogni giudizio, dovremo vedere bene quali sono i progetti di riforma nella loro versione definitiva. Di pastrocchi ne abbiamo visti parecchi nel passato. Inoltre, tutto si può sempre discutere e migliorare. Sono però da respingere il conservatorismo fine a se stesso, il rifiuto di ogni riforma a prescindere riparandosi dietro una Costituzione considerata come un simulacro intoccabile, l'esercizio di un sistematico diritto di veto su ogni progetto che voglia migliorare il funzionamento del nostro sistema politico, specie se questo progetto cerca di far leva su un'ampia maggioranza (come è sempre consigliabile in questi casi). Ci si spinge fino a citare gli Stati Uniti come un modello di virtù solo perché gli USA hanno la stessa Costituzione da oltre due secoli (dimenticando di citare la più vicina Francia che dal 1789 a oggi di costituzioni ne ha avute 15).
Per sdrammatizzare una discussione dai toni paradossali e troppo ideologici, voglio solo ricordare qualche dato. Intanto, che vi sono molti paesi il cui parlamento si compone di una sola camera. Tanto per citarne alcuni: Bulgaria, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Islanda, Israele, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Portogallo, Slovenia, Svezia. Non risulta che in questi Stati siano in atto «pericolose derive autoritarie» (a volte manca davvero il senso del ridicolo!). Inoltre, elenco qui sotto i caratteri essenziali delle camere alte in alcune democrazie contemporanee con parlamenti bicamerali. Cosa se ne ricava? Che il sistema italiano, con due camere elette praticamente allo stesso modo e con le stesse competenze, è un unicum nel panorama complessivo delle democrazie contemporanee. Un unicum che ci costa caro, anche come tempi legislativi.

FRANCIA
I 331 membri del senato sono eletti per 9 anni da un collegio elettorale composto da deputati, consiglieri dipartimentali e delegati dei consigli comunali. Si tratta di un bicameralismo asimmetrico: il Senato è più debole della camera bassa, che prevale nettamente.

GERMANIA
Il Bundesrat è composto da 69 rappresentanti degli esecutivi dei Länder. La durata in carica dipende dalla durata del governo regionale. Il Bundesrat esamina le leggi che toccano questioni di competenza dei Länder, della cui autonomia è garante. Non dà la fiducia al governo (questo compito spetta al Bundestag). Bicameralismo asimmetrico.

ITALIA
I 315 senatori sono eletti contestualmente ai deputati per 5 anni, con differenze nel sistema di votazione marginali rispetto a quello che elegge la Camera dei deputati. Le due camere hanno gli stessi poteri e ambedue devono esprimere la fiducia al governo: si tratta di un bicameralismo simmetrico.

POLONIA
I 100 senatori sono eletti per 4 anni. Il Senato è notevolmente più debole del Sejm (la camera bassa). E' il Sejm, infatti, che detiene il potere esclusivo di controllo sul governo ed è il solo organo responsabile per il riesame della legislazione su cui è stato posto il veto presidenziale. Lo scioglimento del Sejm comporta l'automatico scioglimento anche del Senato. Si tratta di un bicameralismo asimmetrico.

REGNO UNITO
I 707 membri della Camera dei Lord ricevono il titolo iure officii o per diritto ereditario e lo mantengono a vita. La Camera dei Lord può al massimo ritardare l'approvazione delle leggi. Subalternità netta rispetto alla Camera dei Comuni. Bicameralismo fortemente asimmetrico (qualcuno sostiene che in realtà quello britannico è un monocameralismo de facto).

SPAGNA
Criterio misto di composizione: i 208 senatori provinciali sono eletti a suffragio universale (4 per provincia), mentre i 49 senatori autonomici sono designati dalle «comunità» (1 senatore ciascuna + 1 per ogni milione di abitanti), per 4 anni. Secondo la Costituzione il Senato è la camera di rappresentanza territoriale. Non dà la fiducia al governo. Esercita un diritto di veto (facilmente aggirabile) sulle leggi trasmesse dalla camera bassa. Bicameralismo asimmetrico.



STATI UNITI
I 100 senatori sono eletti per 6 anni nel numero di 2 rappresentanti per stato (a prescindere dalle dimensioni territoriali e demografiche dello stato: il Wyoming, con 500 mila abitanti, e la California, con 34 milioni di abitanti, eleggono due senatori ciascuno. Le due camere hanno quasi gli stessi poteri, anzi il Senato forse qualcuno in più, visto che approva le nomine presidenziali (consiglio di gabinetto, corte suprema, corti federali, agenzie governative, ambasciatori). Essendo gli Stati Uniti un sistema presidenziale, nessuna delle due camere esprime la fiducia al governo.

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