I veri
conservatori
Quanta retorica conservatrice nel dibattito
sulla riforma del Senato! Si parla di «allarme democratico», di «deriva
autoritaria», di «Costituzione violentata», di riforme tentate da un Parlamento
delegittimato. Renzi e Napolitano vengono dipinti come dei politici arroganti, che esercitano «poteri padronali», che vogliono addirittura «stravolgere» la
Costituzione solo perché ritengono urgente una riforma del Senato. Si sta
tentando di far passare l'Italia come un paese di incoscienti ai quali è meglio
sottrarre ogni capacità di riformare la Costituzione (ma allora, se sono incoscienti,
perché non togliamo loro anche il diritto di voto, già che ci siamo?).
Ora, sia ben chiaro: prima di esprimere ogni
giudizio, dovremo vedere bene quali sono i progetti di riforma nella loro
versione definitiva. Di pastrocchi ne abbiamo visti parecchi nel passato. Inoltre,
tutto si può sempre discutere e migliorare. Sono però da respingere il
conservatorismo fine a se stesso, il rifiuto di ogni riforma a prescindere
riparandosi dietro una Costituzione considerata come un simulacro intoccabile,
l'esercizio di un sistematico diritto di veto su ogni progetto che voglia
migliorare il funzionamento del nostro sistema politico, specie se questo
progetto cerca di far leva su un'ampia maggioranza (come è sempre consigliabile
in questi casi). Ci si spinge fino a citare gli Stati Uniti come un modello di
virtù solo perché gli USA hanno la stessa Costituzione da oltre due secoli
(dimenticando di citare la più vicina Francia che dal 1789 a oggi di
costituzioni ne ha avute 15).
Per sdrammatizzare una discussione dai toni
paradossali e troppo ideologici, voglio solo ricordare qualche dato. Intanto,
che vi sono molti paesi il cui parlamento si compone di una sola camera. Tanto
per citarne alcuni: Bulgaria, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Estonia,
Finlandia, Grecia, Islanda, Israele, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia,
Nuova Zelanda, Portogallo, Slovenia, Svezia. Non risulta che in questi Stati
siano in atto «pericolose derive autoritarie» (a volte manca davvero il senso
del ridicolo!). Inoltre, elenco qui sotto i caratteri essenziali delle camere
alte in alcune democrazie contemporanee con parlamenti bicamerali. Cosa se ne
ricava? Che il sistema italiano, con due camere elette praticamente allo stesso
modo e con le stesse competenze, è un unicum
nel panorama complessivo delle democrazie contemporanee. Un unicum che ci costa caro, anche come tempi
legislativi.
FRANCIA
I 331 membri del senato sono eletti per 9
anni da un collegio elettorale composto da deputati, consiglieri dipartimentali
e delegati dei consigli comunali. Si tratta di un bicameralismo asimmetrico: il
Senato è più debole della camera bassa, che prevale nettamente.
GERMANIA
Il Bundesrat
è composto da 69 rappresentanti degli esecutivi dei Länder. La durata in carica dipende dalla durata del governo regionale.
Il Bundesrat esamina le leggi che
toccano questioni di competenza dei Länder,
della cui autonomia è garante. Non dà la fiducia al governo (questo compito
spetta al Bundestag). Bicameralismo
asimmetrico.
ITALIA
I 315 senatori sono eletti contestualmente ai
deputati per 5 anni, con differenze nel sistema di votazione marginali rispetto
a quello che elegge la Camera dei deputati. Le due camere hanno gli stessi
poteri e ambedue devono esprimere la fiducia al governo: si tratta di un
bicameralismo simmetrico.
POLONIA
I 100 senatori sono eletti per 4 anni. Il
Senato è notevolmente più debole del Sejm (la camera bassa). E' il Sejm, infatti, che detiene il potere esclusivo di controllo sul governo ed è il solo organo responsabile per il riesame della legislazione su cui è stato posto il veto presidenziale. Lo scioglimento del Sejm comporta l'automatico scioglimento anche del Senato. Si tratta di un
bicameralismo asimmetrico.
REGNO
UNITO
I 707 membri della Camera dei Lord ricevono
il titolo iure officii o per diritto
ereditario e lo mantengono a vita. La Camera dei Lord può al massimo ritardare
l'approvazione delle leggi. Subalternità netta rispetto alla Camera dei Comuni.
Bicameralismo fortemente asimmetrico (qualcuno sostiene che in realtà quello
britannico è un monocameralismo de facto).
SPAGNA
Criterio misto di composizione: i 208 senatori
provinciali sono eletti a suffragio universale (4 per provincia), mentre i 49 senatori
autonomici sono designati dalle «comunità» (1 senatore ciascuna + 1 per ogni milione di abitanti),
per 4 anni. Secondo la Costituzione il Senato è la camera di rappresentanza
territoriale. Non dà la fiducia al governo. Esercita un diritto di veto
(facilmente aggirabile) sulle leggi trasmesse dalla camera bassa. Bicameralismo
asimmetrico.
STATI
UNITI
I 100 senatori sono eletti per 6 anni nel
numero di 2 rappresentanti per stato (a prescindere dalle dimensioni
territoriali e demografiche dello stato: il Wyoming, con 500 mila abitanti, e
la California, con 34 milioni di abitanti, eleggono due senatori ciascuno. Le
due camere hanno quasi gli stessi poteri, anzi il Senato forse qualcuno in più,
visto che approva le nomine presidenziali (consiglio di gabinetto, corte suprema,
corti federali, agenzie governative, ambasciatori). Essendo gli Stati Uniti un
sistema presidenziale, nessuna delle due camere esprime la fiducia al governo.
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