martedì 2 aprile 2013

Una proposta di candidatura, alcuni auspici per una campagna elettorale serena e qualche prima idea per il futuro di Roma Tre

Un patto preliminare
Si avvicinano le elezioni per il nuovo Rettore e alcune candidature cominciano ad affacciarsi sulla scena politica del nostro Ateneo. Riunioni con carattere più o meno formale e con la partecipazione di alcuni possibili candidati si vanno tenendo periodicamente per discutere del futuro di Roma Tre. Forse è giunto il momento di scoprire le carte e di giocare la carta della trasparenza: ebbene sì, come ormai da più parti si mormora, sollecitato da molti colleghi, sto meditando di candidarmi alle elezioni del Rettore se, come ormai sembra più che probabile, queste si terranno nella primavera del 2013. 
Di solito, in questi casi, si scrive un programma e ci si presenta agli elettori. Per il momento, però, vorrei limitarmi ad anticipare qualche idea, fare qualche riflessione preliminare e avviare un dialogo allargato per raccogliere proposte e sollecitazioni che possano contribuire alla stesura di un programma. Ricordo, peraltro, che molte mie opinioni e interventi sono stati messi per scritto su questo sito e sono a disposizione di chiunque voglia leggerli: non credo, in sostanza, che le mie idee su Roma Tre in particolare e sull’Università in generale siano del tutto ignote. 

Un primo punto che mi sta particolarmente a cuore riguarda il clima che si dovrà respirare in futuro a Roma Tre: il mio auspicio è che si restituisca all’intera comunità dell’Ateneo un clima di serenità, di rispetto delle forme e di collaborazione, alimentando un dialogo franco e costruttivo, senza emarginare nessuno per nessuna ragione, senza criminalizzare il dissenso e senza che questo venga incluso di fatto tra i “reati di opinione”. Solo muovendo da questi intendimenti, impostando un lavoro comune e avendo cura di valorizzare le competenze ad ogni livello, potremo sperare di contribuire tutti insieme alla risalita di Roma Tre nelle classifiche delle università e al recupero del suo prestigio sul piano locale, nazionale e internazionale. Proprio a questi fini, è bene partire con il piede giusto e su questo vorremmo trascinare anche i nostri concorrenti elettorali: ci piacerebbe impostare una campagna elettorale su toni civili, basarla sulla discussione dei problemi concreti, sulla proposta di soluzioni e sulle metodologie per attuarle, senza personalismi e contrapposizioni di altro genere. Per parte nostra ci atterremo a questo codice di comportamento e ci piacerebbe molto essere seguiti su questo terreno. Aggiungo un invito ulteriore: tutti i partecipanti alle elezioni si impegnino a collaborare con il vincitore (e futuro Rettore) per il miglioramento di Roma Tre Nessun intento punitivo da parte di chi vince e nessuna tentazione aventiniana da parte di chi perde: sigliamo questo patto?

Ridare credibilità al sistema universitario
A monte di tutto c’è, poi, un obiettivo generale che va ben al di là di Roma Tre: l’Università italiana è in una grave crisi, che è crisi di risorse, ma anche crisi di credibilità. Occorre dunque recuperare risorse, ma per fare questo occorre, anzitutto, recuperare credibilità nella società e nell’opinione pubblica. Troppi scandali (dalle tante “parentopoli” al susseguirsi di notizie poco edificanti riguardanti vari concorsi); troppo malgoverno, con atenei che, approfittando dell’autonomia, hanno messo in atto gestioni finanziarie non sempre responsabili (per usare un eufemismo); troppe politiche auto-referenziali; uso dell’autonomia spesso soprattutto a difesa esclusiva di piccoli privilegi: tutti comportamenti maturati negli anni passati in molti (troppi) atenei italiani, che hanno messo in ombra il lavoro serio, di sacrificio e non sempre gratificante di migliaia di persone (professori, ricercatori, non docenti, precari), che mandano avanti il sistema universitario malgrado le enormi difficoltà quotidiane, ad iniziare dai continui tagli di bilancio. E’ un peccato che a fare notizia sui mezzi di comunicazione di massa siano questi fatti e non le numerose punte di eccellenza, sia nella ricerca che nella didattica, presenti nel nostro paese. 
Come recuperare credibilità? Anzitutto, imponendoci comportamenti virtuosi che esaltino il merito, l’impegno, la serietà e la correttezza professionale; poi con la completa trasparenza dei processi decisionali, che devono essere visibili e valutabili da chiunque, anche attraverso il rilancio e la riattivazione di procedure di controllo democratico. In questa direzione, il mio impegno andrà decisamente a favore del ripristino, se l’evoluzione della normativa nazionale lo consentirà, dell’elettività del Consiglio di Amministrazione. Inoltre, occorrerà garantire un’informazione sistematica a tutta la comunità accademica sull’attività degli organi centrali dell’Ateneo, anche con resoconti tempestivi sui temi discussi e sulle delibere, seguendo e sviluppando buone pratiche diffuse in tanti Atenei. 
La storia recente degli Atenei italiani e la Legge Gelmini del 2010 hanno fatto del Rettore una figura di grande potere e scarsamente soggetta a controlli. Per quanto mi riguarda, dichiaro subito che, se eletto, non intendo avvalermi di tutti i poteri che la nuova legge e il nuovo Statuto conferiscono al Rettore; tutto ciò che può essere delegato ai Dipartimenti sarà delegato ad essi, e il Senato avrà un ruolo il più possibile (compatibilmente con le leggi) di “parlamento” verso un Consiglio di Amministrazione visto come “esecutivo”.

Verso un programma
Lo Statuto di Roma Tre elenca tre principi costitutivi: 
a) la promozione e la realizzazione della ricerca; 
b) la realizzazione di attività didattiche e formative di livello superiore, finalizzate alla formazione intellettuale e all’acquisizione di elevate competenze professionali degli studenti; 
c) la partecipazione ai processi di innovazione culturale e tecnologica della società e del mondo produttivo.
I candidati alla carica di Rettore dovranno chiarire in che modo intendono perseguire questi obiettivi, che a mio parere richiedono, come passaggi obbligati, un piano per il rilancio della qualità della ricerca scientifica del nostro Ateneo e un piano per il rilancio della qualità e della organizzazione della didattica in tutti i suoi livelli, che punti anche a migliorare i servizi agli studenti e a collegare l'alta formazione alle reti internazionali. Uno dei punti centrali del nostro programma sarà poi anche il rafforzamento e la tutela dell’autonomia dei dipartimenti. È mio proposito sollecitare e avviare sin da ora su questi temi una discussione pubblica, che coinvolga tutte le componenti dell’Ateneo, in tutte le sedi della nostra Università, perché proprio su tali questioni centrali il nuovo Rettore dovrà subito cominciare a lavorare. Come si vede, noi non facciamo promesse (personalmente ho sempre diffidato delle promesse fatte in campagna elettorale): ci limitiamo a indicare degli obiettivi e delle priorità che dovrebbero stare a cuore a tutti. Promettiamo solo, su queste questioni, il massimo dell'impegno.

3 commenti:

  1. In bocca al lupo Prof. Grilli! Molti studenti la sostengono come sempre! E' giunto il momento di una Università più Trasparente, Democratica e di Qualità!

    Valerio

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  2. Pietro Grilli di Cortona: credibilità, collaborazione e dialogo con gli studenti.
    Ha tutti i requisiti per diventare Rettore e rappresentare al meglio il nostro Ateneo!
    In bocca al lupo Professore! Gli studenti sono con Lei!

    Federico Casali

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